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La maniglia rossa

Affrontare davanti ad un giudice la persona che amavi ti porta a rivisitare la tua percezione dei concetti di civiltà  e dignità .

Quante volte, assistendo a matrimoni finiti male, hai pensato che “noi siamo persone civili, non finiremo in quel modo”? Mai dare nulla per scontato.

L’errore principale, l’ingenuità  originaria, è pensare che “per sempre” sia un’espressione sulla quale un essere umano possa basare le proprie azioni. E’ rassicurante l’espressione “per sempre” ma è un’illusione (su quale esperienza è basata questa certezza?) e se poi l’illusione svanisce ti trovi del tutto impreparato, senza rete, senza un piano B, senza un paracadute di emergenza.

Oggi sono una persona molto diversa dalla persona che ero vent’anni fa (visto? già  il fatto di parlare in questo modo qualifica la mutazione, vent’anni fa chi usava queste espressioni apparteneva alla categoria dei matusalemme). Certamente c’è in me molto di quel ventenne che ha conosciuto la donna che poi avrebbe sposato. Ci sono però anche molte cose che sono cambiate perché in fondo saper cambiare è il trucco per migliorarsi (anche per peggiorarsi se è per questo), comunque è un dato di fatto che crescere significa cambiare. Quando le persone che cambiano sono due, la variabilità  a cui è soggetto il loro rapporto si eleva al quadrato.

Mica è detto che questo cambiamento sia in peggio, anzi. Il tempo spesso rafforza l’unione esaltando le affinità , a volte però succede il contrario. Quando questo succede a chi era partito senza un paracadute di emergenza (l’idea al tempo non ti ha neanche sfiorato, cosa potrebbe mai andare storto in un rapporto così perfetto?) finisce che il tuo subconscio cerca in tutti i modi di minimizzare il problema. Se sei una persona riflessiva magari ti convinci che in fondo in fondo la conoscenza reciproca, l’intimità  guadagnata con anni e anni di convivenza, alla fine non può non contare e non può non compensare le divergenze e i problemi. Se non sei una persona riflessiva magari ti capita l’equivalente del “blocco mentale” noto in aeronautica, quando la sorpresa e la paura fanno impennare i livelli di adrenalina e cortisolo fino ad annebbiarti la mente rendendoti inerte, incapace di impedire la catastrofe imminente. Chissà  perché in questi casi generalmente chi è più lucido è la donna. Sarà  una questione ormonale.

In tanti anni di parapendio non l’ho mai usato il mio paracadute di emergenza ma continuo a portarmelo dietro ad ogni volo e ad assicurarmi periodicamente che sia in perfetta efficienza. Nessuno pensa che al prossimo volo lo userà  ma prima di ogni decollo controlla la maniglia rossa. Te lo insegnano fin dalla prima lezione. Non è cinismo, è buon senso e umiltà .

Uno dei consigli più pragmatici e sensati che ho ricevuto in tutta la mia vita è stato più o meno questo: “le persone (che amiamo) ci accompagnano per un tratto del nostro cammino”. Tutto qui. In quel momento non ho colto il messaggio e la frase è scivolata via, o almeno così pensavo. Successivamente è tornata a galla rivelando tutto il suo significato: parti dal presupposto che niente è “per sempre”, che nulla è scontato e vivrai il rapporto in modo più pieno e cosciente. Tieni a mente che nulla è dovuto, ogni rapporto vive e cresce con il contributo di entrambi, ha bisogno del tuo contributo e della tua attenzione. Nel tempo si evolve, può cambiare e può anche finire. Esserne cosciente può fare la differenza e può paradossalmente darti la lucidità  necessaria a salvare il rapporto perché se non vedi il problema non sei in grado di risolverlo.

E alla fine, comunque, se proprio le cose precipitano, tirala quella maniglia rossa e sii felice di averci pensato prima.

5 commenti su “La maniglia rossa”

  1. Non potrei essere meno d’accordo con la frase: “le persone (che amiamo) ci accompagnano per un tratto del nostro cammino”.

    Mi trovo a poche settimane dall’incontrare un giudice perchè la persona che era in tandem con me ha deciso di tirare la maniglia rossa – poco importa il fatto che avessimo preso una decisione cosciente di fronte agli uomini e a Dio, “nella buona e nella cattiva sorte, finchè morte non ci separi”.

    Ritengo orripilante (e parlo per me, ovviamente) costruire famiglie sulla base sabbiosa del: “finchè dura, dura, quando non ne abbiamo più voglia, c’è sempre la maniglia rossa”. Lo ritengo uno splendido modo per deresponsabilizzare le persone, che anzichè impegnarsi per aggiustare le cose che non vanno, tirano la maniglia e avanti col prossimo paracadute e il prossimo volo, con buona pace dei figli e di tutto il resto.

    Sarò vecchio, antico, ma quando penso alla famiglia, non è questo che mi viene in mente…

  2. Andrea per far durare un rapporto non puo’ bastare la frase’ nella buona e nella cattiva sorte, finchè morte non ci separi’ . Ognuno deve contribuire a far durare il rapporto e non nascondersi dietro a questa frase.

  3. Barbara, mi conosci, e spero che tu non pensi che io sia tanto idiota da nascondermi dietro ad una frase.

    Quello che intendevo è che le frasi, specialmente pronunciate in maniera solenne di fronte a Dio, non sono “semplicemente frasi”, ma devono essere obiettivo di vita. Ritengo troppo comodo prendersi un impegno come quello di fondare una famiglia, e poi “tirare la maniglia rossa” quando le cose iniziano a diventare difficili.

    Comunque, questo è solo il mio pensiero: a giudicare da come sta andando il mondo, sono molti di più quelli che la pensano come Rudi, rispetto a quelli che la pensano come me…

  4. Andrea la promessa si fa alla persona che si sposa e non a Dio (almeno per me e a quanto mi risulta anche per Rudi).
    Si fa di tutto per mantenerla anche in questo caso ma se proprio non ce la si fa, piuttosto che odiarsi o fingere, meglio sciogliere il legame. Si tratta di onestà  e non di comodità .

  5. >Andrea la promessa si fa alla persona che si sposa e non a Dio (almeno per me e a quanto mi risulta anche per Rudi).

    Infatti non ho detto “promessa a Dio”, ma “promessa *davanti* a Dio”, cioè con Dio come testimone del patto che si intende stringere. Per chi crede, l’avere Dio come testimone aggiunge un qualche cosa alla promessa, perchè riconosce l’impegno preso di fronte al Dio creatore, che trascende l’umano.

    >Si fa di tutto per mantenerla anche in questo caso ma se proprio non ce la si fa

    Ci sarebbe da discutere sull’interpretazione di “se proprio non ce la si fa”, ritengo sia lଠil nocciolo del problema.

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