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Influenza porcella

Si fa fatica a capire quanto ci sia di sensazionalismo e quanto di reale nelle notizie allarmistiche che circolano sulla febbre suina o, per dirla all’americana, swine flu.
Una cosa che si può fare per cercare di inquadrare le cose in una prospettiva obiettiva è confrontare questa influenza suina con una qualunque influenza stagionale.

Dal sito del ministero della salute:
I sintomi della nuova influenza umana da virus A(H1N1) sono simili a quelli della “classica” influenza stagionale e comprendono: febbre, sonnolenza, perdita d’appetito, tosse. Alcune persone hanno manifestato anche raffreddore, mal di gola, nausea, vomito e diarrea.

Come l’influenza stagionale, l’influenza da virus influenzale A(H1N1) nell’uomo può presentarsi in forma lieve o grave. Come l’influenza stagionale, può causare un peggioramento di patologie croniche pre-esistenti e in passato sono stati segnalati casi di complicazioni gravi (polmonite ed insufficienza respiratoria) e decessi associati ad infezione da virus A(H1N1).

Fin qui non si vedono differenze rilevanti. Proviamo allora a guardare i numeri contenuti nell’ultimo comunicato del ministero della salute:

Messico: 1112 casi e 42 decessi
Stati Uniti: 642 casi confermati e 2 decessi
Tutti gli altri paesi: 345 casi confermati e nessun decesso

In totale abbiamo 2099 casi e 44 decessi (questi numeri diventeranno vecchi molto velocemente). Fa una letalità  (percentuale di decessi tra i contagiati) di circa il 5% ma se escludiamo il Messico il tasso di letalità  scende drasticamente allo 0.2%. L’influenza stagionale in Italia ha una letalità  dello 0,3%, in altri paesi europei arriva allo 0,4-0,5%.

Che significa? Non ho trovato dati circa la letalità  dell’influenza stagionale in Messico, si può supporre che sia più elevata rispetto a quella italiana, resta il fatto che al di fuori del Messico la letalità  di questa influenza ad oggi sembra inferiore a quella dell’influenza stagionale.

Pandemia è un termine tecnico che incute timore ma se consideriamo la pandemia del 1818/19, che ha avuto una letalità  del 3,6%, siamo ben lontani dallo 0,2% che risulta dai numeri odierni della febbre suina.

Si spinge molto sul fatto che l’OMS ha decretato il livello di rischio 5 su una scala di 6, ma cosa significa esattamente?
Da un documento preso sempre dal sito del ministero della salute, ecco la scala di rischio per la pandemia:

Fase 1-2: infezioni a prevalenza animale
Fase 3: infezione nell’uomo ma assenza di trasmissione da uomo a uomo
Fase 4: pochi casi, limitata trasmissione interumana, il virus non è ben adattato all’uomo
Fase 5: diffusione interumana ancora localizzata, il virus migliora il suo adattamento all’uomo, il virus non è ancora pienamente trasmissibile
Fase 6: aumentata e prolungata trasmissione nella popolazione generale

La “aumentata e prolungata trasmissione nella popolazione generale” è quello che succede ogni anno con l’influenza stagionale. Letta in questo modo la fase 5 non sembra in fondo così critica.

Anche con la swine flu, come succede con l’influenza stagionale, ci saranno probabilmente più ondate causate da lievi mutazioni del virus. Per il momento comunque i numeri sembrano dirci che non è ancora il momento di lasciarci travolgere dal panico.

Peccato.

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