Questa è la ricostruzione delle temperature del pianeta negli ultimi 500 milioni di anni, viene da wikipedia. Ho aggiunto due annotazioni: la comparsa dei primi primati, circa 6 milioni di anni fa, e l’invenzione dell’agricoltura, 10mila anni fa.
I sapiens, cioè i primati intelligenti come noi, sono apparsi circa 300mila anni fa. Non l’ho segnato per questioni di spazio.
L’invenzione dell’agricoltura ha rappresentato il primo fondamentale punto di svolta della nostra civiltà e non è un caso che questa svolta coincida con l’aumento delle temperature. L’intelligenza per arrivarci ce l’avevamo già da molte migliaia di anni (almeno 200mila abbondanti) ma con il suolo che per la maggior parte del tempo, da circa un milione di anni, era coperto da uno strato di ghiaccio che poteva arrivare fino a diversi chilometri, non potevamo farlo.
Lo sviluppo della civiltà è arrivato con il periodo di temperature miti e relativamente stabili iniziato 10 mila anni fa, che ci ha consentito di coltivare. Da lì è nata un’abbondanza mai conosciuta prima, che ha abilitato al commercio e ha fatto emergere la necessità di nuove competenze intellettuali e comunicative le quali hanno determinato la nascita di una società organizzata.
Il secondo grande salto lo abbiamo fatto appena poco più di 200 anni fa con l’industrializzazione.
300 anni fa, se ci pensiamo, in fondo non vivevano in modo così diverso da 3000 anni fa: una economia agricola in cui si usavano i buoi per arare i terreni come si faceva ormai da migliaia di anni. Negli ultimi 200 anni è cambiato tutto: la meccanizzazione e l’automazione sono stati resi possibili da una nuova fonte di energia, i combustibili fossili. Oltre a meccanizzare l’agricoltura l’abbondanza di energia ha consentito l’industrializzazione e lo sviluppo tecnologico, i mezzi di comunicazione, l’informatizzazione, internet.
Se i combustibili fossili non fossero esistiti come ci saremmo evoluti? Con ogni probabilità staremmo ancora arando i campi coi buoi e scaldandoci intorno al braciere.
Il prossimo passo? Lo vedremo presto ma difficilmente aspetteremo che i combustibili fossili si esauriscano per abbandonarli. Abbandonarli in ogni caso non sarà facile né veloce, basta guardare i numeri legati alla crescita del loro utilizzo nei paesi in via di sviluppo per capire che serve qualcosa in più di un insieme di buoni propositi nella razionalizzazione dei consumi in occidente. Quello di cui abbiamo realmente bisogno è di un salto di qualità nella produzione di energia, ovvero rendere economicamente vantaggiose forme di energia non fossili che siano anche scalabili. Qui il discorso si fa complesso, magari ci torniamo.
In ogni caso non tiriamocela troppo: le nostre fortune sono legate ad un breve periodo di clima favorevole e stabile in un contesto che è tutt’altro che stabile.