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Il sistema elettorale deve essere pragmatico?

In un sistema proporzionale i compromessi e le trattative si fanno dopo le elezioni. In questa fase gli elettori non ci mettono becco perché hanno dato una delega in bianco alle forze politiche.

In un sistema maggioritario i compromessi e le trattative si fanno prima delle elezioni, poi questi compromessi vengono sottoposti agli elettori i quali scelgono quello che preferiscono.

Nel primo caso hai più scelta e tra le decine di forze politiche puoi votare il partito con cui ti senti più in sintonia come il “partito del parapendista scalzo e ribelle che vola libero con i rapaci amici” e che ti promette più termiche e meno buchi.
Ti senti realizzato, torni a casa appagato e puro, con le mani pulite dell’uomo che ha sempre le idee chiare e che non fa mai compromessi. Un cittadino modello.
I compromessi andranno fatti comunque ma li faranno gli altri, tu sarai libero di provare tutta l’indignazione che vuoi verso l’impura politica che ti ruba le termiche.

Nel secondo caso il voto è molto meno appagante perché scegli tra pochi, tendenzialmente due, partiti che sono già  il frutto di compromessi tra posizioni diverse. Stavolta ti tocca prendere atto che la politica è compromesso e ti tocca pure sporcarti le mani dando il tuo voto ad uno di questi compromessi. Ti senti meno puro, più coinvolto nel compromesso e non puoi neanche sperare in un mondo perfetto dove le termiche sono dove le volevi tu.

Tra questi due estremi, proporzionale puro e maggioritario puro, ci sono tante varianti intermedie.

Se vuoi capire qualcosa del popolo di un paese democratico, un buon inizio è guardare che sistema elettorale si è scelto.

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